Parcheggio l’auto col muso accostato alla siepe di gelsomino. Una tortora si sporge dal ramo dell’alloro che fa ombra sul piazzale e prende il volo. Finalmente anche quest’anno le rondini sono tornate ad abitare il nido. Scendo dall’auto, saluto da lontano una zia, china sull’uscio a sgusciare piselli freschi dell’orto. Nini, a’visto? Cosa, zia? Stanotte enno stati da Giovanna di’Salvi! Chi? I ladri! . . . ma lei un dormiva checcià i rematisti, l’ha visti e ha chiamato la pulizia! . . . poi enno entrati da Angiolina, quella che mi fa le pulizie, ora come si fa? . . . nel secchio a sinistra i piselli da sgusciare, nel secchio a destra le bucce, nell’insalatiera tra le ginocchia i piselli sgusciati. Mi giro attorno, osservo con attenzione il giardino, la ringhiera: alle sbarre del cancello fango secco. Forse qualcuno scavalcandolo ha lasciato residui di sporco. Intorno a casa nostra molti orti, noi non l’abbiamo. Qualcuno che da un orto del vicinato sia entrato nel nostro giardino? Impronte sul marciapiede e tutt’intorno alla casa. Le spie luminose dell’allarme hanno fatto desistere qualcuno dal provare ad entrare? Tutto questo sa di già visto. Già sentito. Chi non sente e continua a dormire. Chi si sveglia e trova la sorpresa. Chi non c’è ma ci sarà. A me il sonno ancora non lo tolgono, ma pare che solide mura non bastino a offrire protezione.
17 maggio 2008
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