24 settembre 2008

GOOD LUCK

Questo è per me. Quindi qui è per tutti voi. Chincaglieria o paccottiglia new age sedicente portafortuna. Ok. Troppo cinico. Mi capita sotto tensione. Non riesco a sciogliere il ghigno dal volto. Ricomincio. Questo è per me, dunque per tutti voi. Per chi cerca una BDC (e non è una Bici Da Corsa) e semina e semina. Per chi vuole togliersi gli occhiali e talvolta lo fa molto bene. Per chi fa quiz e diventerà milionario. Per chi di secondo lavoro fa il maestro di combattimento e colleziona allievi. Per chi si traveste, cuce, incolla e si diverte un mondo. Per gli architetti ammaestrati (Monkey CAD). Per tutti i gatti del mondo con un pensiero speciale a Birba e Odino. Perché oggi mi va così. Sto per spiccare il volo, non so se è la prima volta, mi tremano le piume. Io SO volare. Non ho bisogno di convincermene

22 settembre 2008

T(h)OM T(h)OM (...and you'll find your way...)

Capita anche al protagonista di Caos Calmo, quindi non sono il primo, e forse non è nemmeno grave. Sarà dunque un’invenzione narrativa di Veronesi oppure c’è del vero? Il fatto è che Thom Yorke mi parla. Capita sempre con maggiore frequenza che io stia ascoltando musica random dal mio IcoPod, non prestando attenzione a quello che ronza nelle mie orecchie. Poi arriva una canzone dei Radiohead, (che culo, dirà qualcuno di voi… a me piacciono…) e la voce di Thom brilla, languida sirena che non posso fare a meno di ascoltare. Ma non capisco tutto: nel flusso di suoni e musica, parole mormorate, appena udibili, all’improvviso una frase emerge, e capisco che è per me, per il mio destino, una risposta alle mie domande.

After years of waiting

After years of waiting nothing came

And you realise you're looking,

Looking in the wrong place

E mi spiaccico sulla tastiera, le braccia scese penzoloni e stanche, il mouse imperterrito a disegnare linee sbilenche che cancellerò. Chi è che mi toglie il terreno da sotto i piedi? Ho mai avuto qualcosa di solido su cui camminare? Sono troppo pe(n)sante per galleggiare?

Continuo a cercare nel posto sbagliato.

17 settembre 2008

THE DARK SIDE OF THE COTONEASTER

Post a sorpresa sul lavoro di questi giorni. Cercando di raccapezzarmi sulle richieste di un parcheggio che serva come parcheggio ma che non sembri così clamorosamente un parcheggio, cioè il parcheggio serve ma questo qui assomiglia troppo ad un parcheggio, fammelo meno ...parcheggio... (come dire, dammi una donna che faccia la donna ma che non sembri una donna, anzi no, va bene anche se non è una donna ma almeno la donna la deve saper fare, con un maquillage adeguato... insomma ma che vuoi? Luxuria? e allora dillo e non la fare lunga...), cerco di mascherare il possibile, di cespugliare il cespugliabile... io fan dello shaved bush... e moltiplico allungo, dilungo, fotoscioppo, fotosciocco e mi fingo l'intrepido protagonista di missione natura allorché scorgo incespugliato anche un airone... Avete un tagliaerba?

16 settembre 2008

BREAKING NEWS

>...l’avevo detto io che c’è crisi, ovunque c’è crisi (tanks for the lyrics, Bugo)... difatti sono stato licenziato. Il contratto di lavoro come CoCoPro è rescisso con decorrenza dal 2 novembre. Festa dei Morti, se non sbaglio. Tempismo macabro, perfetto...

15 settembre 2008

SUDDENLY I SEE (and God is on my side)

Quanto dolce può essere una vendetta così inaspettata da rendere piacevole anche un pomeriggio afoso di lavoro tra mattoni e calcina? Ho la carie, la pancia piena e ho riso, ho riso e riso alla faccia di molti, di chiunque postuli una superiorità dell’ingegneria sull’architettura. Sono cresciuto come studente di Ark all’ombra di un latente conflitto tra architetti e ingegneri. Tra chi sogna con i piedi tra le nuvole e chi concretizza come meglio può senza fronzoli o pretese artistiche. Tra chi vive la gravità come un impiccio e chi la respira come l’aria, come cosa necessaria. In questo mondo duale ci sono tuttavia incontri fortunati. L’architetto può immaginare qualunque costruzione, tanto c’è Ove Arup. E nel piccolo mondo della professione in provincia si trova di tutto. Anche un ingegnere esibizionista frustrato ( senza essere Calatrava purtroppo ) che non può fare a meno di mostrare le sue strutture nei modi più rovinosi possibili per una costruzione. Ecco allora che in un appartamento di quattro stanze (bagno compreso, non ce n’è una che mantenga una forma quadrangolare: ad un angolo un pilastro esuberante sbuca di 5 centimetri, oppure a metà di una parete c’è un dente di 7 centimetri, oppure il nastro dell’avvolgibile è così incassato nel muro da essere praticamente nella stanza attigua; poi ci sono travi ricalate un po’ dappertutto, con una frequenza particolare nel vano condominiale e nel pianerottolo delle scale... Un tale insieme di castronerie avrebbe comportato la bocciatura in prima geometri. Io, architetto, ho la casa progettata da un geometra: ha delle ingenuità, ma se avessimo anche solo una stanza con quelle riseghine, con quei dentini che non sanno di niente, l’avremmo fatto nero... e dunque l’ingegnere vuole che si veda che ha fatto le strutture, che le ha fatte belle GROSSE e che il palazzo non cade... e io che pensavo che simili vanità fossero una rendita di posizione dei soli architetti, mi devo ricredere: anche l’Ing si piace e vuole piacere. Ma se è così, perché non ha fatto architettura e non lascia fare le strutture a chi lo sa fare?

11 settembre 2008

THE BEST OF YOU

Un Loop ordinato e persistente, chiara la domanda, ambigua la risposta. ..."is someone getting the Best of You?"... L'ambiguità è temporeggiare anziché rispondere direttamente sì. E temporeggiare è inventarsi eccezioni, addolcire il contesto, perdere di vista l'obiettivo, pensare che c'è crisi, ovunque c'è crisi, lasciare che i neuroni fortunosamente vivi si impegnino a giocare seriamente a giorotondo. Vivere questa ambiguità: non avere il coraggio di perseguire le proprie ambizioni. Con dimessa pavidità, perpetuare questa insolita sindrome di Stoccolma.

10 settembre 2008

CATTIVE ABITUDINI

Come fosse la fine dell’estate, dicevamo, e il primo accenno dell’autunno. Vecchi amici tornano a farci visita, all’ora consueta, nel periodo che sappiamo. Dopo un’estate selvaggia, spiegata al vento della chioma di Renegade, riprende la rassicurante posizione Walker Texas Ranger (Wally per Idelia che anticipa suo malgrado il prossimo film della Pixar Wall-E) e tutti ci sentiamo più sicuri. Ballarò, riposato Floris da una certamente pimpante estate, prosegue l’inutile chiacchiericcio sedicente imparziale, l’impavido tentativo di autoipnosi per convincer(si)ci che la meglio veltroniana gioventù sia il meglio che si possa desiderare. Dunque lo psicodramma edipico/epidico di un partito con troppi padri, nessuna madre e qualcuno che gli ha nascosto la cesta dei balocchi prosegue coi consueti piagnistei e strepiti. Menomale, ora posso dormire meglio... Eppoi Miss Italia, che lo scorso anno aveva prodotto uno spettacolo di rara dissociazione (tra conduttori, tra i giurati, tra la Goggi e la sua bocca, tra Mike e il suo cervello... etc) quest’anno ci sorprende richiamando addirittura quella bruschetta di Carlo Conti. Ma, dico io, già che c’erano potevano richiamare Frizzi... E mentre cominciano anche gli allenamenti serali di Pallanuoto, ovviamente senza un allenatore ma con tanta voglia di strafare, mi trovo a consultare l’oracolo del palinsesto, per decifrare il mio futuro televisivo italiano. Aaaahhhhhh ancora nulla dalla De Filippi... no, no aspettaaaaaa c’è il Ballo Delle Debuttanti, questo si che me lo guardoooooo... ( pare che verso la terza puntata di ballo ininterrotto il programma vada a chiamarsi il Callo Delle Debuttanti...) Poi ci penso su e ringrazio il cielo ( o qualunque cosa vogliate, è lo stesso) per essere così snob e per allenarmi tardi la sera, per lavorare tutto il giorno. Per avere giusto il tempo per vedere “qualche” serie americana ( chi mi conosce lo sa ). E tra le abitudini peggiori, dannose per il corpo e lo spirito, c’è quella di lamentarmi, magari silenziosamente dentro di me (ma quando mai) o in maniera molesta e irritante (un po’ di sincerità non guasta mai). E voi, quali sono le abitudini che vi condizionano?

9 settembre 2008

ON TV ( on Tomato’s Verge )

E’ tornato il tempo della pomarola.

1 settembre 2008

FIREWORKS ( just ‘cause you feel it doesn’t mean it’s there )

Alti nel cielo, vicini, si fa fatica a piegare la testa fin lassù. Vicino ad Andrea, Marco, Walter. Gli altri non so. Al primo botto di richiamo, mi sono indirizzato frettolosamente verso i margini del giardino, da dove osservare meglio e senza ostacoli, i fuochi d’artificio e così li ho persi tra la folla. Ho attraversato la siepe e sono spuntato sul marciapiede di una strada chiusa al traffico, transennata con il nastro bianco e rosso. La crisi dei consumi, presenzialista come al solito, si è fatta sentire anche qui. Dove anni fa assistevamo ad un’incessante marcia di luci e tuoni, girandole, lampi blu che trascolorano in verde, in rosso, in giallo, ad una continuità luccicante e dorata, avvincente dall’inizio alla fine, stasera pare sia rimasto uguale soltanto la durata dello spettacolo, mezz’ora. Con la metà dei fuochi. Dunque uno scoppio. Poi un bel po’ di silenzio impaziente. Un lampo colorato. Poi il buio e nelle pupille la traccia di una luce. E in quel buio e in quel silenzio, un frammento per volta, alcune immagini mi sono passate davanti agli occhi.
Sono con Camilla e Francesca. Vaghiamo Oltrarno dopo una prima bevuta al Mojo. E’ appena iniziata la festa del PD. Poca gente in centro. Solita gente tra Zoe e Negroni. Poi passa Nicco con bionda ossigenata al seguito. Accompagno Cami a fare il bis. Ci facciamo delle foto. F si vergogna della scollatura.
E’ mattina, presto per una colazione. Sulla veranda del Mediterraneo aspetto con Giulia che Silvia ci raggiunga. Dobbiamo partire tra poco. Lasciare la Gallura, tornare a Cagliari. Tutto bianco.
Da dietro un piccolo olivo osservo una decina di coppie di persone coinvolte in un tango appassionato. Non si staccano gli occhi di dosso. Io sono sul bastione Saint Remy a Cagliari. Loro non lo so, ma deve essere un posto interessante.
Questo è il bagno dello studio. Mi sciacquo la faccia. Cerco di stare meglio.
E ora che siete tutti in fila aprite bene le bocche che ve le riempio di rum cubano!
Oddio Vinicio come fai a non sudare sotto quella pelliccia... dai ci troviamo davanti al battistero qui al palazzo ducale... ma qui siamo in piazza del Campo a Siena...
Piccolo Odino!
Ti amo, bimba, ma è così complicato stare qui...
Questo gatto grigio, Trattore, ha capito molto bene a chi chiedere da mangiare...
La schermata dei blog di Professione Architetto è sempre la prima da consultare al mattino e da oggi SONO AMICO DI HOLDEN evvaiiiiii
Le previsioni danno nuvole nere. Come fosse la fine dell’estate.
BUM
BUM
BUM