Dopo aver ricevuto una lettera dell’ Università Degli Studi di Firenze che richiedeva il mio 5 per 1000 ho pensato. E ho scritto.
Quello che ho fatto altrove qui non serve.
L’organizzazione, l’inclinazione allo studio, la curiosità sono materiale da discarica.
Come se fosse un’esperienza educativa radicale, l’università di architettura di Firenze non si appoggia, esaltando, su quello che sei per farti crescere ma presuppone una tabula rasa.
Anni per toglierti ogni velleità di ordine, ogni personalità, per spogliarti della tua identità. Speri che, finita la parte DESTRUENS, inizi la parte COSTRUENS, insomma: speri che insegnino qualcosa.
E INVECE NO! Satura di abitudini e concrezioni sinistrorse post-sessantottine, la “FACOLTA’ DEL BENALTRO” ti tira un calcio mirato nei coglioni e, generosa nel consegnarti il foglio di via, pardon, il diploma di laurea, ti invita a sloggiare.
E INVECE NO! Vogliono poter disporre del tuo tempo, dei tuoi soldi, delle tue migliori energie. Sono solo un anticipo degli studi che ti sfruttano mesi per un misero rimborso spese, perché loro vogliono essere pagati e pretendono un alto status sociale di responsabilità e cultura. Sono Feccia.
Ti blandiscono con una bolsa retorica populista ( mi è capitato di progettare un parco pubblico che comprendesse un’area dedicata ad “orti sociali collettivi”, roba da gulag.) Ti annusano. Sanno cosa sei e fanno di tutto per farti somigliare a scribacchini falliti. Come loro. Le solite facce insegnano utopie, poi te le ritrovi all’esame di stato, seriosi e compunti, a farti la predica su come lo studente di oggigiorno sbagli grossolanamente ad imparare, su come perda tempo dietro ad insulsaggini quando non sa neppure come si fa il calcestruzzo in cantiere. PORCA PUTTANA, NEL LIBRO DI TECNOLOGIA DEL FURIOZZI CHE CI AVETE FATTO COMPRARE C’E’ DESCRITTA L’ANALISI CHIMICA E LE REAZIONI CHE CREANO IL CLS MA NON C’E’ SCRITTO COME SI FA. Punto.
28 maggio 2008
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1 commento:
Cercando di accedere al sito dell'università, digito arch unifi e... trovo quello che hai scritto qui. E' pazzesco, hai riassunto in poche parole quelli che sono i pensieri quotidiani di chi frequenta la facoltà di Architettura di Firenze. Io sono al secondo anno ora, e vedo che tutte le cose che hai scritto sono VERE. E sono brutte. Al primo anno è stata dura, poi ho capito che le cose si imparano DA SOLI. Cerco contatti con architetti di professione che conosco, e chiedo a loro. E mi danno ragione, tutti pensano che la nostra università sia decaduta ormai. Ne conosco uno che ci ha anche insegnato, e che mi ha fatto vedere i progetti che i miei professori hanno realizzato, smontandoli e criticandoli tutti. Provate a vedere se su europaconcorsi.it trovate qualcosa, nella maggior parte dei casi fanno ridere. Ho imparato a non dipendere dagli insegnanti, a non dipendere dalle revisioni, a oppormi a richieste assurde e ad arrangiarmi da solo. Mi rendo conto che non è così che dovrebbe essere. Paghiamo per servizi inesistenti. Ma tanto è così ovunque (credo, mi spaventerebbe sapere che non è così). Vado avanti spinto dalle MIE idee che nessuno può toccare o criticare. Anche perchè se un giorno saprò come si fa il cemento, sarà solo perchè sono entrato DA SOLO in un cantiere e avrò chiesto, e sperando di essere ascoltato. Nessun libro te lo spega meglio di un operaio.
Beh, mi sono un pò sfogato, ma tante sarebbero le cose da dire.. ci vediamo in facoltà. E complimenti per il Blog.
Furio Saltamerenda, Santa Verdiana
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