18 agosto 2008

ICO AL SOLE

Potessi trattenere sulla mia pelle il calore del sole d’agosto. Vorrei nasconderlo fin dentro le ossa, non sprecarne neanche un prezioso raggio. Conservarlo come un ricordo o un balsamo, come una medicina. Mi servirebbe nei giorni scuri dell’inverno e in quelli stanchi di lavoro, oppure adesso che è ferragosto e sta diluviando. Un uomo a sangue freddo. Così G su di me. Le ore più calde sono le migliori. Gli anziani petulanti arzilli e mattinieri non reggono il caldo e se ne vanno a farsi due spaghi e una pennica. I bimbi con servitù genitoriale sono accompagnati all’ombra della pineta o dovunque desiderino fino almeno alle 17. Si può dunque ricominciare a sentire il rumore delle onde sulla battigia con un ritmo che culla i sonni migliori, i sogni caldi dell’estate.

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