Potessi trattenere sulla mia pelle il calore del sole d’agosto. Vorrei nasconderlo fin dentro le ossa, non sprecarne neanche un prezioso raggio. Conservarlo come un ricordo o un balsamo, come una medicina. Mi servirebbe nei giorni scuri dell’inverno e in quelli stanchi di lavoro, oppure adesso che è ferragosto e sta diluviando. Un uomo a sangue freddo. Così G su di me.
Le ore più calde sono le migliori. Gli anziani petulanti arzilli e mattinieri non reggono il caldo e se ne vanno a farsi due spaghi e una pennica. I bimbi con servitù genitoriale sono accompagnati all’ombra della pineta o dovunque desiderino fino almeno alle 17. Si può dunque ricominciare a sentire il rumore delle onde sulla battigia con un ritmo che culla i sonni migliori, i sogni caldi dell’estate.
18 agosto 2008
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