Stanotte ti ho sognato. Da mesi non ci vediamo, non ci sentiamo, non so che vita stai facendo. Ieri casualmente ho visto Elisa Pierantozzi. Non l’ho riconosciuta subito, poi l’ho sentita parlare accanto a me e mi sono ricordato di Trilly. Dopo qualche ora mi hanno chiesto di te, come stai e cosa stai facendo. Per parlarne con tranquillità, per scriverne, devo bere qualcosa perché non sono ancora tranquillo. Non sono sicuro di aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. Ma non riesco davvero a capire il motivo delle conseguenze che sto vivendo. Il motivo della tua distanza. Davvero tutto ricade nel clichè stinto della vita che va avanti e nei diversi molteplici impegni che non permettono un incontro nemmeno casuale? Davvero costa tanto rispondere quando il telefono suona? Non so se mi vergogno di più ad ammettere di aver smesso di provare o di non aver smesso di sperare. Le tue parole e la tua ironia dissacranti hanno alleggerito molto le mie nebbie, spiace sapere di non essere stato capace di fare abbastanza per te. Vorrei sentire la tua voce.
5 marzo 2008
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