24 ottobre 2008

THE GREAT ESCAPE (with a very big house in the DownUnder country?)

Ho scritto altrove che le parole, qui, generano riverberi imprevedibili. E allora sto bene attento a quello che comunico. Come al solito troppo formale, egoriferito, strabico a forza di guardare vicino sempre più vicino. Non mi viene naurale, non ho scioltezza. Però salto di sito in sito intorno al mondo. In questi giorni di dismissione e di passaggio di consegne non ho molto da fare. Allora cerco un luogo nel mondo a cui appartenere. Vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Tra le verità: la presunzione di considerarmi necessario quando in realtà tutto proseguirebbe stancamente come prima. Tra gli alibi: non riesco a fare qui quello che vorrei fare. Fin dove arriva l'autofraintendimento? Quanto sono reali queste corde che sento strette sempre più strette? Fa caldo perché resto fermo e non so dove né come muovermi. Sono uno di tanti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi ha fatto veramente uno strano effetto vedere "bianco su nero" i pensieri che mi assillano da due anni a questa parte!!! Secondo il mio modesto parere credo che il segreto stia nello stringere i denti in attesa di tempi migliori!!!