Capita anche al protagonista di Caos Calmo, quindi non sono il primo, e forse non è nemmeno grave. Sarà dunque un’invenzione narrativa di Veronesi oppure c’è del vero? Il fatto è che Thom Yorke mi parla. Capita sempre con maggiore frequenza che io stia ascoltando musica random dal mio IcoPod, non prestando attenzione a quello che ronza nelle mie orecchie. Poi arriva una canzone dei Radiohead, (che culo, dirà qualcuno di voi… a me piacciono…) e la voce di Thom brilla, languida sirena che non posso fare a meno di ascoltare. Ma non capisco tutto: nel flusso di suoni e musica, parole mormorate, appena udibili, all’improvviso una frase emerge, e capisco che è per me, per il mio destino, una risposta alle mie domande.
After years of waiting
After years of waiting nothing came
And you realise you're looking,
Looking in the wrong place
E mi spiaccico sulla tastiera, le braccia scese penzoloni e stanche, il mouse imperterrito a disegnare linee sbilenche che cancellerò. Chi è che mi toglie il terreno da sotto i piedi? Ho mai avuto qualcosa di solido su cui camminare? Sono troppo pe(n)sante per galleggiare?
Continuo a cercare nel posto sbagliato.
1 commento:
allora meglio ascoltare gente morta che ti da la carica o gente viva che vorrebbe essere morta?
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