In principio era il cocktail. Ho letto da qualche parte che si fa con metà parte di vodka liscia e metà di succo d’arancia. E’ il cocktail preferito dagli studenti/esse dei college americani (ma chi scrive e comunica certe cose si sarà messo ad investigare o saranno le solite voci di corridoio? Boh...) perché facile da preparare (provateci anche voi, lo potreste fare anche ubriachi! Ah, dite che è per questo... ah, ecco...) inoltre scende giù che è una meraviglia e permette di disinibire cheerleaders minigonnate e rudi pupattoli ai primi incontri con l’alcol. Per divertirvi seguite le loro avventure su http://www.ratemyvomit.com/ ... c’è da sbellicarsi... oppure seguiteli nei loro rumorosi vagabondaggi per il centro di Firenze: dopo una certa ora sapranno comunicare al mondo tuuuutto quel che hanno mangiato e bevuto.
Dopo questa divagazione tanto per ribadire quanto sono saputo passiamo al vero tema: il cacciavite (screwdriver, appunto). La mia giornata di sabato inizia con un appuntamento mattutino col signor Tonno (sì, quello del post precedente), ci siamo incontrati al banco pesce della Coop ed era lì, imbustato ed intonso, mai toccato. È stato aperto per me e da morto aveva un colore rosso vivo ed appetitoso. Ho preparato sushi e nigiri per me e per Giulia, la nostra cena e appena fatto pranzo sono partito per Firenze con le peggiori intenzioni. Il cielo sopra la toscana limpido e luminoso. A Firenze ho scelto il mio destino senza forzature o ricatti, consapevole che anche facendo tardi fuori, la cena era bella che pronta. Ho scelto Ikea. Ho scelto qualche ora di follia. Giulia ha scelto con gioia una scrivania marrone-nera perché betulla pù che schifo e una poltroncina nera regolabile in altezza ma molto cheap. Ho scelto di provare quasi tutti i letti e i divani nelle esposizioni allestite all’ingresso e cercavo pure i pelati nei ripiani delle cucine e perché questi fuochi non funzionano? Giulia ha scelto 6 piatti piani color avorio a 59 centesimi l’uno ma non c’erano abbinati i piatti fondi, solo scodelle da brodino per cui Giulia ha iniziato a scegliere tra i numerosi abbinamenti cromatici quello che le sembrava appropriato. Ho scelto, sbagliando, di dire: ma come, prima vieni qui, compri i piatti al prezzo più basso e poi passi anche tempo a scegliere quali colori stanno bene nella tua cucina color verde melma stinta piastrellata di bianco e ricami beige? Poi, ingenuo, ho voltato lo sguardo cercando un’anima affine per condividere la mia riflessione. Ho trovato lo sguardo smarrito e stupito di una coppia che si è letteralmente gelata alle mie parole e mi guardava come fossi sceso da marte. Mi guardavano, si guardavano, si voltavano a guardarmi ancora. In silenzio. Giulia intanto, abituata a ignorare l’estemporaneità di certe mie parole continuava indisturbata. E quei due si sono voltati a osservarla con imbarazzo e compassione. Io ho abbassato gli occhi colpevole e ho fatto in tempo a sentire la loro conversazione ripartire da dove l’avevo forse interrotta: coi sottopiatti blu e i piatti bianchi stava meglio la ciotola color glicine o quella ecrù? Ho avuto un momento di rivalsa quando mi sono imposto per far acquistare un lungo e lucido coltello a lama liscia. Poi abbiamo preso in magazzino la scrivania e la poltroncina e ce ne siamo andati. La cena era ottima, abbiamo reso omaggio al Tonno con uno Chardonnay Vie di Romans 2005, ottimo friulano da 14°. Alticci e sorridenti abbiamo iniziato a montare i mobili, dopo aver spostato un tecnigrafo da 100 chili per la stanza, mettilo lì, no, un po’ più vicino al muro, no ancora più verso la porta, ecco apri il piano, chiudi il piano, non spargere polvere. Per il montaggio bastava un cacciavite a stella. Ma le viti di ikea sono infide. Erano 20 e non ne è rimasta fuori neppure una. Ma la durezza del metallo nobile da cui erano state forgiate ha spanato e distrutto il cacciavite e il palmo della mia mano che cercava di avvitare. Se non fosse offensivo dire che dopo una certa età i lavoretti manuali andrebbero lasciati fare alle donne, lasciatemi almeno consigliare un buon trapano che rende tutti più felici.
19 febbraio 2008
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