28 ottobre 2008
THE BIRKIN IS COMING
24 ottobre 2008
THE GREAT ESCAPE (with a very big house in the DownUnder country?)
Ho scritto altrove che le parole, qui, generano riverberi imprevedibili. E allora sto bene attento a quello che comunico. Come al solito troppo formale, egoriferito, strabico a forza di guardare vicino sempre più vicino. Non mi viene naurale, non ho scioltezza. Però salto di sito in sito intorno al mondo. In questi giorni di dismissione e di passaggio di consegne non ho molto da fare. Allora cerco un luogo nel mondo a cui appartenere. Vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Tra le verità: la presunzione di considerarmi necessario quando in realtà tutto proseguirebbe stancamente come prima. Tra gli alibi: non riesco a fare qui quello che vorrei fare. Fin dove arriva l'autofraintendimento? Quanto sono reali queste corde che sento strette sempre più strette? Fa caldo perché resto fermo e non so dove né come muovermi. Sono uno di tanti.
17 ottobre 2008
4 ottobre 2008
TRA 5 MINUTI, A PIEDI
3 ottobre 2008
BLACK OUT
1 ottobre 2008
THE QUEEN OF THE DANCE FLOOR
24 settembre 2008
GOOD LUCK
22 settembre 2008
T(h)OM T(h)OM (...and you'll find your way...)
Capita anche al protagonista di Caos Calmo, quindi non sono il primo, e forse non è nemmeno grave. Sarà dunque un’invenzione narrativa di Veronesi oppure c’è del vero? Il fatto è che Thom Yorke mi parla. Capita sempre con maggiore frequenza che io stia ascoltando musica random dal mio IcoPod, non prestando attenzione a quello che ronza nelle mie orecchie. Poi arriva una canzone dei Radiohead, (che culo, dirà qualcuno di voi… a me piacciono…) e la voce di Thom brilla, languida sirena che non posso fare a meno di ascoltare. Ma non capisco tutto: nel flusso di suoni e musica, parole mormorate, appena udibili, all’improvviso una frase emerge, e capisco che è per me, per il mio destino, una risposta alle mie domande.
After years of waiting
After years of waiting nothing came
And you realise you're looking,
Looking in the wrong place
E mi spiaccico sulla tastiera, le braccia scese penzoloni e stanche, il mouse imperterrito a disegnare linee sbilenche che cancellerò. Chi è che mi toglie il terreno da sotto i piedi? Ho mai avuto qualcosa di solido su cui camminare? Sono troppo pe(n)sante per galleggiare?
Continuo a cercare nel posto sbagliato.
17 settembre 2008
THE DARK SIDE OF THE COTONEASTER
Post a sorpresa sul lavoro di questi giorni. Cercando di raccapezzarmi sulle richieste di un parcheggio che serva come parcheggio ma che non sembri così clamorosamente un parcheggio, cioè il parcheggio serve ma questo qui assomiglia troppo ad un parcheggio, fammelo meno ...parcheggio... (come dire, dammi una donna che faccia la donna ma che non sembri una donna, anzi no, va bene anche se non è una donna ma almeno la donna la deve saper fare, con un maquillage adeguato... insomma ma che vuoi? Luxuria? e allora dillo e non la fare lunga...), cerco di mascherare il possibile, di cespugliare il cespugliabile... io fan dello shaved bush... e moltiplico allungo, dilungo, fotoscioppo, fotosciocco e mi fingo l'intrepido protagonista di missione natura allorché scorgo incespugliato anche un airone... Avete un tagliaerba?
16 settembre 2008
BREAKING NEWS
15 settembre 2008
SUDDENLY I SEE (and God is on my side)
Quanto dolce può essere una vendetta così inaspettata da rendere piacevole anche un pomeriggio afoso di lavoro tra mattoni e calcina? Ho la carie, la pancia piena e ho riso, ho riso e riso alla faccia di molti, di chiunque postuli una superiorità dell’ingegneria sull’architettura. Sono cresciuto come studente di Ark all’ombra di un latente conflitto tra architetti e ingegneri. Tra chi sogna con i piedi tra le nuvole e chi concretizza come meglio può senza fronzoli o pretese artistiche. Tra chi vive la gravità come un impiccio e chi la respira come l’aria, come cosa necessaria. In questo mondo duale ci sono tuttavia incontri fortunati. L’architetto può immaginare qualunque costruzione, tanto c’è Ove Arup. E nel piccolo mondo della professione in provincia si trova di tutto. Anche un ingegnere esibizionista frustrato ( senza essere Calatrava purtroppo ) che non può fare a meno di mostrare le sue strutture nei modi più rovinosi possibili per una costruzione. Ecco allora che in un appartamento di quattro stanze (bagno compreso, non ce n’è una che mantenga una forma quadrangolare: ad un angolo un pilastro esuberante sbuca di 11 settembre 2008
THE BEST OF YOU
Un Loop ordinato e persistente, chiara la domanda, ambigua la risposta. ..."is someone getting the Best of You?"... L'ambiguità è temporeggiare anziché rispondere direttamente sì. E temporeggiare è inventarsi eccezioni, addolcire il contesto, perdere di vista l'obiettivo, pensare che c'è crisi, ovunque c'è crisi, lasciare che i neuroni fortunosamente vivi si impegnino a giocare seriamente a giorotondo. Vivere questa ambiguità: non avere il coraggio di perseguire le proprie ambizioni. Con dimessa pavidità, perpetuare questa insolita sindrome di Stoccolma.
10 settembre 2008
CATTIVE ABITUDINI
Come fosse la fine dell’estate, dicevamo, e il primo accenno dell’autunno. Vecchi amici tornano a farci visita, all’ora consueta, nel periodo che sappiamo. Dopo un’estate selvaggia, spiegata al vento della chioma di Renegade, riprende la rassicurante posizione Walker Texas Ranger (Wally per Idelia che anticipa suo malgrado il prossimo film della Pixar Wall-E) e tutti ci sentiamo più sicuri. Ballarò, riposato Floris da una certamente pimpante estate, prosegue l’inutile chiacchiericcio sedicente imparziale, l’impavido tentativo di autoipnosi per convincer(si)ci che la meglio veltroniana gioventù sia il meglio che si possa desiderare. Dunque lo psicodramma edipico/epidico di un partito con troppi padri, nessuna madre e qualcuno che gli ha nascosto la cesta dei balocchi prosegue coi consueti piagnistei e strepiti. Menomale, ora posso dormire meglio... Eppoi Miss Italia, che lo scorso anno aveva prodotto uno spettacolo di rara dissociazione (tra conduttori, tra i giurati, tra la Goggi e la sua bocca, tra Mike e il suo cervello... etc) quest’anno ci sorprende richiamando addirittura quella bruschetta di Carlo Conti. Ma, dico io, già che c’erano potevano richiamare Frizzi... E mentre cominciano anche gli allenamenti serali di Pallanuoto, ovviamente senza un allenatore ma con tanta voglia di strafare, mi trovo a consultare l’oracolo del palinsesto, per decifrare il mio futuro televisivo italiano. Aaaahhhhhh ancora nulla dalla De Filippi... no, no aspettaaaaaa c’è il Ballo Delle Debuttanti, questo si che me lo guardoooooo... ( pare che verso la terza puntata di ballo ininterrotto il programma vada a chiamarsi il Callo Delle Debuttanti...) Poi ci penso su e ringrazio il cielo ( o qualunque cosa vogliate, è lo stesso) per essere così snob e per allenarmi tardi la sera, per lavorare tutto il giorno. Per avere giusto il tempo per vedere “qualche” serie americana ( chi mi conosce lo sa ). E tra le abitudini peggiori, dannose per il corpo e lo spirito, c’è quella di lamentarmi, magari silenziosamente dentro di me (ma quando mai) o in maniera molesta e irritante (un po’ di sincerità non guasta mai). E voi, quali sono le abitudini che vi condizionano?
9 settembre 2008
1 settembre 2008
FIREWORKS ( just ‘cause you feel it doesn’t mean it’s there )
26 agosto 2008
INTO THE WILD ~ Happyness is only real when shared
Non poteva esserci un film così distante da me. La mia adesione piena all’occidente privilegiato, consumista, cattolico, artificiale, bianco, xenofobo, gerarchico, controllato, decadente, è palese. In questo momento non mi sento di rinnegare niente, d’altronde non vedo perché dovrei. La felicità è reale solo quando è condivisa. Questo viene inciso con un coltellaccio su una tavola di legno, appena sopra la firma, dentro un autobus abbandonato nel mezzo dell’Alaska, poco dopo il disgelo di inizio primavera, per mano di un ragazzo capitato sull’autobus per caso e in Alaska per scelta. Alla fine del viaggio, alla fine della vita, indebolito dall’ingestione di piante velenose, il ragazzo si riprende la propria identità, deponendo lo pseudonimo che l’aveva nascosto dalla famiglia e dagli affetti di sangue, e accompagnato “sulla strada” nelle tappe di avvicinamento alla sognata Alaska. Il film è struggente. Dall’inizio alla fine. Senza retorica. Io non sarei mai scappato dalla famiglia per raggiungere un ideale utopico di equilibrio con la natura. Non mi piace l’occhio troppo soggettivo della camera che enfatizza il sublime della natura. Non ce la farei a stare anni senza contattare i miei. Né vagabondare al seguito di hippy tanto più tristi quanto adulti e disillusi. Via dalla pazza folla solo per andare in una lussuosa ed esclusiva SPA. Altro che Alaska. Traiettorie oscure hanno smosso ricordi di pensieri adolescenziali, abbozzi di sogni come cartoline polverose di cui non conosci più il mittente. L’umanità del ragazzo, la purezza e la caparbietà. La lucida follia. (cliché tra i più consunti). Quante Lacrime. Questo inno alla vita (e il maestoso ricamo di canzoni scritte e cantate da Eddie Vedder ) imperfetto, a volte noioso (come può esserlo On the Road), ridondante, non mi ha fatto di certo venir voglia di fuggire in Alaska a cacciare Alci e Scoiattoli e a nutrirmi di bacche ed erbette. Però lo ripeto. E ripetetelo con me, se volete: la felicità è reale solo quando è condivisa.
20 agosto 2008
SE C’E’ LA GOCCIA, E’ GYM...
18 agosto 2008
I FEEL BLUE LIKE MONDAY MORNING
ICO AL SOLE
26 luglio 2008
GONE TANNING
23 luglio 2008
IT’S TIME FOR SOCIAL NETWORK
THE BRIDE
22 luglio 2008
SPIAGGIAMENTO
18 luglio 2008
8 luglio 2008
CATCH ME IF I FALL
1 luglio 2008
…OFFER ME ALTERNATIVES AND I DECLINE...
30 giugno 2008
TUTTI PER UNO
24 giugno 2008
ANNA
Più in là, pensavo. Mi dicevo: aspetta ancora qualche mese, giusto il tempo per fare in modo che le cose si sistemino. Ne sono passati di giorni dall’ultima lettera e non ho scuse se non questa incrollabile e presuntuosa fiducia nei miei mezzi e nella mia buona sorte. Credo di aver esaurito il credito con le stelle , oppure, ma è l’ipotesi peggiore, non riesco a riconoscere il buono che mi accade. A due anni dalla laurea lavoro nello stesso studio a Poggibonsi. Ho superato brillantemente l’esame di abilitazione per architetto, ho uno stipendio molto buono paragonato alla media della situazione italiana. Talvolta indosso l’abito e ho anche diverse cravatte e comincio a sentirmi a mio agio. Spedisco il mio curriculum in tutto il mondo ma ancora non interessa: sono pieni, dicono, di neo-laureati, interessano professionalità specifiche che temo di non poter raggiungere da qui. La realtà ordinaria, spesso misera e inconsistente nella ripetizione forzata delle stesse cose da fare ogni giorno mi stanca. Il piacere della lettura, della visione di un film o di una serie tv ( sono diventato un “serial addicted”, ne dovremo parlare prima o poi perché sono sicuro che la nuova forma di letteratura sia lì) è diventata una frustrante tortura: continuare a immaginare vite, desiderare di viverle sapendo di non poterlo fare, è sfiancante. Forse non ho fatto la scelta giusta scegliendo di diventare architetto. L’architettura è davvero una passione per me e da quando l’ho capito non riesco a vedermi fare altro se non come ripiego. Ora la domanda: in Italia? Giro intorno ai miei propositi. Avevo comprato un biglietto di sola andata via da questo Paese. Sono rimasto perché è arrivato il contratto e ho deciso di darmi ancora tempo qui. Il contratto non è ancora scaduto, ma la mia pazienza è esaurita. Non dovevo scrivere, non avrei dovuto nemmeno pensare queste cose. Mi hanno detto che non so accontentarmi, che devo fare gavetta. E se invece stessi perdendo tempo? E se ricominciare da capo altrove fosse più gratificante che continuare uno slalom improduttivo tra raccomandazioni che non ho, parenti/amici che non possono introdurmi nel giro giusto? E se fosse meno faticoso? Leggo i blog di giovani architetti italiani all’estero e fantastico un bel po’. Ora ti saluto con affetto, sperando di non averti rubato troppo tempo e ricordandoti che ti penso spesso.
Federico
ODINO
20 giugno 2008
PETIZIONE
Comincia a dare i frutti sperati la petizione off-line per chiedere l’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre sull’Italia. E mentre Odino si addormenta sul palmo della mano con le zampe abbandonate e una carezza continua sulla testa, altri gatti si crogiolano nella nullafacenza dorata (meritata) di questa quasi estate fiorentina. Il pollo al curry ritorna, l’Italia và.
3 giugno 2008
KARALIS / IL PAEASE DI BENGODI / 2
KARALIS / IL PAEASE DI BENGODI / 1
28 maggio 2008
ARCH/UNIFI
17 maggio 2008
PASSI
14 maggio 2008
100.000
99.999
8 maggio 2008
BONES
CUBO DEI DESIDERI
SUSHI TIME
24 aprile 2008
FIND THE MURDER
21 aprile 2008
LA GIUSTA MISURA
17 aprile 2008
TEN
MY BLUE ROOM
5 aprile 2008
TRA I RAMI
SPID-O
3 aprile 2008
FRITTO MISTO
27 marzo 2008
25 marzo 2008
DO I LOOK LIKE A . . . WHAT???
20 marzo 2008
UNA STRANA LETARGIA PRIMAVERILE
KARAOKE E CAPELLI BIANCHI





